Notizie Radicali
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  lunedì 04 aprile 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Il latinorum degli atei devoti

di Luigi Castaldi

A volte, certo, è inevitabile l'infortunio, perché si tratta di baldanze davvero troppo estemporanee, peraltro azzardate calibrando assai male lo slancio. Si esagera con i sinonimi, si scivola sull'esegesi viscida: in questi casi, l'effetto è tragicomico. Tutti ti ridono addosso, allora, è naturale, così impari a farti chiamare Esther e a sparare cazzate sulla Kabbalah, quando in realtà dall'abitino di Versace si capisce subito che sei Veronica Louise Ciccone, in arte Madonna. Solitamente, però, salvo infortuni, le incursioni che gli atei devoti fanno nei testi ufficiali della Chiesa paiono abbastanza disinvolte, si intuisce che debba essersi sudata tutta notte sui bignamini e sulle garzantine. Onore al merito, quello che è giusto è giusto. Ciò nonostante, come si diceva, a volte l'infortunio è inevitabile. Prendete, per esempio, quell'"Extra ecclesia nulla salus" di Giuliano Ferrara e non fate gli stronzetti sul fatto che ci sia l'ablativo invece dell'accusativo, ché a tutti può scappare un rutto da Checco Er Carrettiere, basta dire subito pardon, e metterci la giusta nonchalance. Il problema non è la grammatica latina, qui l'infortunio non è nel patapùnfete, ma nella posa dello slancio. San Cipriano, in realtà, scrisse "Salus extra ecclesiam non est" (Epistola 73 ), qualcuno gliel'ha pure fatto notare, all'ateo devoto. Ma quello, niente, duro come un coccio. D'altronde non è simpatico proprio per questo?
E allora perché fargli le bucce? Questa sì grande differenza tra San Cipriano e Giuliano Ferrara? Un pochetto. Il fatto è che il contesto dell'Epistola 73 non fa riferimento alcuno ad una salus che sia "salvezza eterna", sennò "nulla salus" sarebbe, allora sì, "eterna perdizione", ci mancherebbe solo il "nulla". Né tanto meno, e questo è il punto, la frase chiama alla supina e acritica obbedienza del gregge al pastore, quel filiale abbandono che Ferrara intravvede in Andreotti genuflesso a Ruini - immagino vi sia corsa voce. "Chi disobbedisce agli ordini delle gerarchie ecclesiastiche è dannato in eterno e dunque fa bene Andreotti ad inchinarsi al diktat di Ruini, Tombolini e don Verzè andranno all'inferno, visto che loro all'inferno ci credono": diciamo che qui il virgolettato è nostro, così scansiamo un corcamento, ma il senso su cui Ferrara batte e ribatte è quello. Però, da galantuomo laico e non laicista, lui non propenderebbe per l'astensione. C'è solo un problemino: San Cipriano parlava d'altro, l'obbedienza non c'entra.
Era il III secolo d.C., concorderebbero tutti i bignamini e le garzantine. Erano i tempi in cui il cristianesimo s'espandeva e le comunità di base - chiamiamole così, va - fermentavano d'eresie: quelle più vigorose mettevano in discussione sensi e modi del Battesimo - chi con Donato, chi con Pelagio - insomma, ci si randellava di brutto. C'è un solo Battesimo ed è quello della Chiesa; dove non c'è la Chiesa, non può esservi Battesimo - grosso modo in San Paolo (Ef 4, 4-6). San Cipriano lesse giusto - e scrisse "una sola Fede, un solo Battesimo". E, giacché senza Battesimo non si entra a far parte della Chiesa, quella è la condizione (non sufficiente, e neppure necessaria, come vedremo) che offre l'occasione di salvarsi in eterno, non certo l'obbedienza. Poi, il Concilio Vaticano II è stato ancora un po' più chiaro su ciò che in fatto di salvezza c'è da attendersi, quand'anche non si sia battezzati (dunque neppure lontanamente tenuti all'obbedienza). Ma figuriamoci se Ferrara va a leggersi il Vaticano II, monsignor Caffarra gliel'ha sconsigliato, una gran perdita di tempo. Langone, in fe' sua, avrà annuito, tant'è.
Lì vi si legge (Lumen gentium, II, 16): "Il disegno di salvezza abbraccia coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani...". Addirittura i musulmani? Sì, i "nemici". Inoltre "...Dio non é neppure lontano dagli altri che cercano il Dio ignoto nelle ombre e sotto le immagini, poiché egli dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa...". Insomma, "...quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll'aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza..." - toh, la coscienza, nessun cenno se andare o no a votare i referendum - "... possono conseguire la salvezza eterna". Eccola lì, la salus.